LANCIO DELLA RUZZOLA

 

REGOLAMENTO SPORTIVO IN VIGORE

SCHEDA TECNICA

DENOMINAZIONE: ruzzola, rotola, ruzica, rota
ZONE IN CUI VIENE PRATICATO: in tutte le regioni italiane
TIPO DI GIOCO: gioco itinerante con rotelle di legno
NUMERO DI GIOCATORI: quanti si vuole, ognuno per se oppure suddivisi in coppie o in squadre
MATERIALI DI GIOCO: un disco di legno per ogni giocatore
TERRENO DI GIOCO: all’aperto, lungo strade di campagna
OBIETTIVO: vince chi realizza più punti ORIGINI: antiche
REGOLE GENERALI DI GIOCO
 
1. II gioco richiede l’utilizzo di due attrezzi: la ruzzola e lo spago o fettuccia per il lancio;
2. La ruzzola è un disco di legno con diametro di cm 13 e dello spessore di cm 4,5 con un peso di almeno 450 grammi;
3. Lo spago o fettuccia è un sottile cordino di canapa molto resistente, lungo circa due metri, che termina con un cappio scorsoio che viene fissato al dito indice della mano di lancio, a volte rivestito di una leggera e morbida striscia di cuoio per proteggere il dito stesso. Lo spago serve a lanciare la ruzzola con maggior forza rotativa, ma nulla vieta di lanciare la ruzzola a mano libera;
4. II campo di gioco è una strada campestre o asfaltata;
5. Ogni partita consiste nel lanciare la ruzzola il più lontano possibile con un numero prefissato di lanci per ogni gioco;
6. Per ogni gioco vengono effettuati vari lanci a seguire, si aggiudica il gioco la formazione, che, dopo il numero di lanci prefissato ha percorso la maggiore distanza;
7. Vince la partita il giocatore o la squadra che per primo si aggiudica 5 giochi;
8. II primo lancio potrà essere eseguito con rincorsa o da fermo senza superare o toccare la linea di partenza. Per i lanci successivi il giocatore lancia la ruzzola dal punto dove questa si è fermata nel lancio precedente;
9. Nelle gare di singolo si tira a sorte che deve lanciare per primo, poi si prosegue alternativamente sino al termine del numero di lanci prefissato, tirando per primo quello che si trova in svantaggio;
10. Nel caso di gare a coppie o a squadre tutti i lanciatori appartenenti alla stessa squadra o coppia effettuano di seguito un lancio ciascuno e viene prescelto come tiro valido quello più lungo;
11. Il giocatore deve seguire il naturale snodarsi della strada o percorso di gara. Quindi non è permesso tagliare le curve o alzare la ruzzola che deve sempre rotolare;
12. Ostacolo naturale può essere anche una strada in salita. Può succedere che la ruzzola, dopo il lancio torni indietro! In questo caso il tiro successivo si effettua comunque dal punto di fermata della ruzzola, oppure dallo stesso segno del lancio precedente se questo è stato superato;
13. Una gara può richiedere anche 6/7 chilometri di strada che i giocatori percorrono in allegra compagnia, come fosse una scampagnata, insieme con i tifosi e gli spettatori che li seguono ai margini della strada;
14. Come già detto, vince la partita il giocatore o la formazione che si aggiudica per prime 5 giochi.
CENNI STORICI

Che si tratti di un gioco di tradizione antichissima lo dimostrano più che i pochissimi documenti storici, la vastissima diffusione che aveva in tutta Italia fino ad appena 50 anni orsono, quando l’industrializzazione e l’abbandono delle campagne hanno portato a trascurare uno sport, che sempre è stato considerato gioco non nobile, perché praticato dalle categorie più umili della popolazione. Secondo alcuni non è esagerato pensare che il gioco della ruzzola possa avere origini etrusche. Sicuramente a fine impero romano il gioco era praticato; Infatti nella tomba di un bambino è stata rinvenuta una ruzzola con lo spago. Il documento storico più significativo, che dimostra la diffusione di questo sport, in modo particolare nella zona del Fermano, è un decreto che ne vieta la pratica sulle strade principali del paese. A S. Elpidio a Mare infatti nel 1571 fu stampata una raccolta di decreti (“Statutorum ecclesiasticae terrae Sancti Elpidii volumen”), disposizioni che gli esperti ritengono risalire, in molti casi, anche a alcuni secoli precedenti. Al libro IV, rubrica 88, tali statuti (che sono in latino) recitano: “A nessuno sia lecito giocare a ruzzola o a formaggio ad rotulam vel caseum per le strade interne alla nostra terra (all’abitato) sotto pena di 4 libbre di multa per ciascuno ed anche fuori di detta terra, per le vie che conducono a S. Maria del Gesù dell’Osservanza e a S. Agostino Vecchio, sotto pena di 40 soldi per ciascuno. Chiunque sporgerà denuncia si guadagnerà un quarto della multa e gli sarà creduto sotto giuramento.” Già 500 anni fa i giocatori di ruzzola avevano problemi con i tutori dell’ordine; non c’erano allora le automobili, è vero, ma non c’erano neppure le belle strade asfaltate di oggi e la tentazione di qualche tiro sul bei viale selciato dei frati doveva essere forte. Nonostante le multe e la scarsa considerazione di questo gioco, la passione per la ruzzola è rimasta viva tra la gente e le sfide ancora si rinnovano appassionanti. Il fatto che a praticare questo sport fossero le categorie più umili, non ha permesso a questo gioco di salire la scala della nobiltà ed è rimasto gioco popolare cioè del popolo. Questo non ha impedito a molte persone di diventare famose per la loro bravura, tanto da entrare in molti detti popolari. Ora che anche il CONI ne ha riconosciuto la validità e nella speranza che i giovani non lascino morire uno sport antichissimo, ma soprattutto divertente e piacevole, da praticarsi necessariamente alla aria aperta e sulle strade di campagna, invitiamo tutti i ragazzi a provare il lancio della ruzzola in compagnia di chi ha imparato a divertirsi con uno strumento semplice e sicuramente ecologico.